Fu una coincidenza che a metà del XVII secolo tre donne, la pittrice romana Artemisia Gentileschi, la compositrice veneziana Barbara Strozzi e la scultrice sivigliana Luisa Roldán (La Roldana), raggiunsero un prestigio artistico raramente raggiunto dalle donne. E tale prestigio non è diminuito nel tempo, con le tante opere famose delle tre artiste che hanno assicurato loro un posto nella storia molto prima – e quindi senza alcuna necessità – delle rivendicazioni dell’attivismo woke.
È evidente che questa eccezionalità è dovuta alla mancanza di opportunità per le donne di sviluppare una propria creatività artistica: una mancanza che è andata avanti per molti secoli. Siamo di fronte a tre rari casi in cui i genitori, anch’essi artisti, hanno permesso loro di apprendere il mestiere di famiglia e dimostrare il loro talento fin da piccole.
Barbara era la figlia del famoso librettista Giulio Strozzi, che intuì da subito le sue enormi qualità di cantante e la introdusse nell’ambiente delle accademie veneziane del Seicento. Dopo aver ricevuto lezioni dal grande Cavalli, Barbara diventò presto la grande protagonista di quell’ambiente e una compositrice di cantate molto prolifica, al punto da essere la più pubblicata del suo secolo. Raggiunse anche una certa indipendenza finanziaria pur non avendo un mecenate per il quale lavorare stabilmente. Non si liberò invece dalle corrispondenti accuse di essere concubina o cortigiana a causa della sua relazione non coniugale con il nobile Giovanni Paolo Vidman, padre dei suoi figli.
Quasi tutte le sue opere pubblicate, più di cento, sono rimaste fino ad oggi. Per la maggior parte sono composizioni per voce e accompagnamento che probabilmente lei stessa suonava con la tiorba, e sono quasi tutti temi d’amore, come quelli contenuti nel programma di oggi. Le cosiddette arie, più semplici, sono solitamente strofiche (ripetono cioè la stessa melodia con testi successivi), mentre nelle cantate Strozzi elabora minuziosamente la musica per esprimere il significato di ogni verso del testo, nelle stile del madrigale.
Come preludi e intermezzi alle opere vocali di Strozzi, ascolteremo arie, sonate e ciaccone del suo ambiente, cioè della scuola veneziana del XVII secolo, all’epoca avanguardia della musica europea e con un’intensità espressiva al livello di coloro che, alla fin fine, furono i veri inventori dell’opera.
Juan Ramón Lara