Dal virtuosismo della voce luminosa di Jennifer Schittino in “Generazioni a confronto”, ai fuochi barocchi di “Fireworks” con musiche di Haendel, Rameau e Lully, passando per gli Eroi vivaldiani proposti da Raffaele Pe e la sua Lira d’Orfeo, ogni appuntamento è pensato come un’esperienza immersiva e multisensoriale.

Non mancano le esplorazioni originali: la tiorba e la voce di Giovanni Bellini ci riportano al Rinascimento fiorentino ne “Il liuto di Lorenzo”, mentre la forza evocativa della voce e dell’Arpa di Teodora Tommasi sarà Dalla parte di Settimia in un omaggio tutto al femminile di una rara musicista del 600. Spettacoli multimediali, come “L’orgasmo in musica” e “Babilonia”, mescolano teatro, musica e immaginario storico in chiave contemporanea.

Sul versante strumentale festival ospita ensemble e solisti di grande rilievo: dall’eleganza delle “Danse en trio” delle Violes du Roi, all’energia della Accademia Veracini con il repertorio di Bach, Vivaldi e Corelli, passando per le raffinate Variazioni Goldberg del Trio Goldberg-K nella versione per trio d’archi e un inusuale coppia di Violini in Divertimento all’europea dove saranno presentate pagine inedite del Fondo Alamanno. Il pianista Maurizio Baglini ci guida infine sulle tracce pisane di Franz Liszt, per uno sguardo inedito dell’Ottocento nella splendida cornice della villa presidenziale del Gombo.

Il cartellone si arricchisce inoltre di momenti di approfondimento, come il talk di Mastro Elia sulla ricezione della musica antica, e di esperienze conviviali grazie alla collaborazione con realtà gastronomiche locali: degustazioni di olio, prodotti tipici e gelato artigianale accompagnano alcuni concerti, creando un dialogo autentico tra arte, gusto e paesaggio.

Mi piace segnalare la presenza attiva in questa edizione della tre Università della città che con entusiasmo collaborano al Festival come momento di aggregazione sociale e culturale.

Un festival pensato per chi ama la musica che racconta storie, risveglia memorie e apre nuove visioni. Vi aspettiamo.

Carlo Ipata