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venerdì
30
Giugno
ore 18:00
Museo Nazionale di San Matteo
venerdì
30
Giugno
ore 18:00
Museo Nazionale di San Matteo

Info e prenotazioni

Ingresso al Museo nazionale di San Matteo € 5 (ridotto € 2) comprensivo di visita guidata e/o concerto.

Ore 16.30 – Visita guidata con prenotazione obbligatoria

Ore 18.00 – Concerto*

* Per chi assiste solo al concerto senza visita guidata, è sufficiente arrivare almeno venti minuti prima dell’orario di inizio e pagare il biglietto di ingresso al museo (fino a esaurimento posti)

Programma

Ligiadra Donna
(Ciconia – intavolatura)

Non arà may pietà questa mia donna
(Landini/Codex Faenza)

Costantia
(codex Faenza)

Biance Flour
(codex Faenza)

Istampitta Tre Fontane
(codex London – British library add. 29987)

Magnificat Sexti Toni
(C.Pauman?/Lochamer Liederbuch)

En Avois
(C.Pauman?/Lochamer Liederbuch)

Wach auff mein hört leicht dorther
(C.Pauman?/Lochamer Liederbuch)

Mit ganczem Willen Wunsch ich dir
(C.Pauman?/Lochamer Liederbuch)

La harpe de melodie
( J.Senleches – intavolatura)

Istampitta Isabella
(codex London – British library add. 29987)

Amis tout dous
(P.De Molins – intavolatura)

Blance Flour
(codex Faenza)

Federica Bianchi, clavicembalo
Peppe Frana, liuto medievale e chitarrino

L’interconnessione tra i repertori liutistici e tastieristici del XV secolo trova la sua più chiara espressione nella biografia di Conrad Paumann (c.1410 – 1473): cieco dalla nascita, Paumann fu virtuoso del liuto e dell’organo, supervisionò la compilazione di raccolte di repertorio organistico ed è a lui attribuita l’invenzione della notazione tedesca per liuto: incarnò l’eclettismo e la vocazione sperimentale dei grandi musicisti del cruciale momento della storia della musica occidentale in cui emerse la pratica dell’intavolatura.

“Intavolare” vuole dire adattare una pre-esistente composizione polifonica all’esecuzione su uno strumento capace di riprodurne le varie voci simultaneamente e, con l’acquisizione della tastatura avvenuta nel corso del XV secolo, il liuto si affianca ai primi strumenti intavolatori quali l’organo liturgico, l’organo portativo e i cembali arcaici, come rivelato dall’espressione “in cytaris vel etiam in organis”, vergata a commento di una composizione del codice Buxheimer.

Questo programma esplora l’interazione tra strumenti intavolatori nell’interpretazione dei repertori del XIV e XV secolo, presentando esempi tratti dalla letteratura organistica medievale italiana e mitteleuropea e adattamenti originali di repertorio vocale e strumentale coevo nel tentativo di recuperare la pratica compositiva al fianco di quella esecutiva.